sabato 11 settembre 2010

Tagli selvaggi, colpiscono ancora

Ebbene sì, i colori cupi e le tinte fosche sono quelli preferiti dal Governo, e per esso dal ministro di turno, "libero" di gestire in autonomia il suo dicastero purchè si allinei alle rigide direttive di Silvio e di Giulio, per schizzare la tela del comparto istruzione del nostro Paese. Una tela prigioniera di una cornice fatta di "risparmi, risparmi, risparmi", più dura del ferro, invalicabile e noncurante di qualunque criterio logico, didattico e sociale. E se l'infame meccanismo produce "detriti, detriti, detriti", poco importa. Studenti, famiglie, precari, disoccupazione, povertà, disperazione e conflitto sociale sono tutti termini che non stanno nel dizionario, "allegerito", della Gelmini.
Ignari di tanto disagio ci si trastulla con la crisi politico-istitutzionale a Montecitorio. La crisi è già passata o forse non c'è mai stata? Scontro Fini-Berlusconi, elezioni anticipate, prescrizioni e leggi salva premier... Discorsi interessanti che però non rasserenano gli animi, nè tantomeno riempono la pancia. Dati alla mano si registrano nella sola provincia di Trapani un surplus degli studenti delle prime classi di 12 alunni (in totale 37 per classe), tagli per 466 lavoratori della scuola, e il fabbisogno, ovviamente ignorato, di 280 insegnanti di sostegno. Come farà un insegnante ad essere efficace e a formare, informare e istruire una classe così numerosa? come farà un operatore della conocenza nella scuola a sfamare i suoi figli? e i ragazzini disabili che necessitano del sostegno, dovranno arrangiarsi con 1/37 (un trensettesimo) di docente?
Neanche l'università è più baluardo di sapere e istruzione. L'aumento del 20% delle tasse e i tagli di ricercatori e dottorati sembrano essere l'avvio di una riforma disastrosa che, sicuramente in breve tempo, precipiterà il nostro Paese nel baratro dei più arretrati e involuti.
A tutti noi la scelta: subire o tentare con armi lecite (contestazioni democratiche, scioperi e voto) di difendere i nostri diritti e riappropiarci di quelli espropriatici.

 Autore: Nicola Terranova

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